La Norma Giuridica

di Basilio Antoci [1]
Sommario: 1. Premessa - 2. Le norme - 2.1. La norma giuridica - 2.2. La sanzione - 2.3. La norma costituzionale - 2.4. La norma penale - 2.5. La norma amministrativa - 2.6. La norma tributaria.

2. Premessa.

Il diritto privato è "per aulica tradizione, per rigorosa formazione, per scelta culturale, il diritto per antonomasia"[2].

Esso è, dunque, la pietra angolare dell'intero sistema del diritto, in quanto rappresenta il punto di partenza da cui vengono declinate tutte le altre, più specialistiche, branche del diritto stesso. Ciò detto, bisogna tenere presente che lo studio del diritto non può fare a meno della conoscenza di alcuni concetti che si pongono quali pilastri di qualsiasi sistema giuridico. Se il diritto, infatti, può essere considerato come una vera e propria scienza, allora è anche possibile rintracciare al suo interno quelle particelle elementari dalle quali scaturiscono istituti più complessi e articolati. Il diritto, pur essendo un marchingegno assai complesso e variegato, non può essere semplicisticamente ridotto a sterili formule, enunciati mnemonici o aride rubriche.

Posto tutto questo, altra caratteristica fondamentale della scienza del diritto è data dal fatto che, nel complesso normativo che essa analizza, è possibile rintracciare molti termini di uso comune. Ciò può comportare problemi quando, un termine di uso comune, nel contesto giuridico assume un significato assai differente e tecnico - proprio soltanto del diritto. Non a caso, in tal senso, si parla di "interpretazione" della legge, riferendosi a quel procedimento esegetico con il quale si intende ricercare il significato autentico delle norme per poterle poi applicare ai casi concreti della vita. L'operazione inversa - ossia l'opera di nomenclatura casuistica volta a collegare i casi concreti alle norme che li regolano - si chiama "sussunzione". I filosofi del diritto studiano come applicare, in maniera sempre più efficace e pervasiva, gli strumenti della logica all'interpretazione dei testi legislativi, per poter rintracciare il significato prescrittivo che si racchiude in ogni disposizione[3]. In dottrina c'è persino chi è arrivato a paragonare l'interpretazione della legge ad una vera e propria opera di traduzione dalla lingua del diritto, volta ad agevolare l'interprete nella decisione circa le relazioni sussistenti tra la realtà empirica e il linguaggio che la rappresenta[4].

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