CHE IL BUON SENSO PREVALGA!


Alcune riflessioni in merito alla recente modifica del Regolamento sulla formazione continua, attuata dal Consiglio dell’Ordine di Roma nell’adunanza del 23.03.2017.
Tale modifica riguarda la formazione di un elenco di 20 Avvocati, designati dal COA di Roma, con l’incarico specifico di verificare l’effettivo e corretto svolgimento degli eventi formativi, proposti dalle Associazioni Forensi e accreditati dallo stesso COA di Roma
In particolare detti professionisti “ in caso di accertata violazione da parte del soggetto che ha richiesto l’accreditamento degli obblighi assunti con la richiesta di accreditamento e, in particolare, in caso di mancato effettivo controllo della presenza dei partecipanti e mancata corrispondenza della reale durata dell’evento”, predisporranno una relazione, da inviare alla Commissione Consiliare per l’accreditamento.
La Commissione potrà verificare, quindi, proprio sulla base della relazione redatta dai suindicati verificatori “la corrispondenza tra quanto dichiarato dal soggetto promotore, in sede di richiesta di accreditamento, e quanto effettivamente realizzato nel corso dell’evento accreditato”.
All’esito il COA potrà disporre la sospensione dell’accreditamento degli eventi nei confronti dei soggetti inadempienti per il periodo massimo di un anno.
Tale modifica non è condivisibile né sotto il profilo della legittimità né del merito.
Per quanto concerne la legittimità, va rilevato che la funzione di verifica e controllo è di carattere istituzionale e deve essere svolta esclusivamente dai Consiglieri dell’Ordine e non già da soggetti delegati, tanto più quando dal loro operato ( rectius relazione) derivi l’applicazione di sanzioni, pesantemente afflittive e pregiudizievoli, come la sospensione fino ad un anno dall’accreditamento degli eventi formativi.
Peraltro, anche la scelta dei Colleghi, da inserire nell’elenco, non risulta essere stata effettuata sulla base di parametri oggettivi e predeterminati, né risulta essere stata data la possibilità ad altri Colleghi di partecipare alla selezione.
Tali profili, insieme ad altri, ( ad esempio l’impossibilità per l’Associazione, oggetto della relazione e in predicato di essere sanzionata, di difendersi e di instaurare un contraddittorio) potrebbero formare oggetto di ricorso innanzi al Tar del Lazio.
Francamente, tutto ciò sarebbe estremamente disdicevole per noi Avvocati, ancora una volta oggetto di valutazione da parte dei Giudici, chiamati a decidere su situazioni “ ictu oculi” lesive di legittime posizioni soggettive, che ben potrebbero e dovrebbero essere risolte al nostro interno.
Quanto al merito e all’opportunità del provvedimento in questione, ciò che si rivela inaccettabile è la implicita sfiducia manifestata nei confronti dei soggetti, che spesso con abnegazione e sacrificio, organizzano eventi formativi gratuiti, pur accreditati dallo stesso COA.
Si ingenera, così, l’idea che gli Avvocati non siano in grado di autodeterminarsi adeguatamente nel rispetto delle regole, ma che debbano essere monitorati da “ controllori”, designati “ ad hoc”, con la conseguenza che si alimenta, anche nell’ambito dell’opinione pubblica, un senso di sfiducia e diffidenza sulla credibilità degli Avvocati, con relativa lesione della nostra immagine e reputazione.
In un momento così difficile, sotto ogni profilo, per noi Avvocati, davvero avremmo preferito che gli sforzi intellettuali del COA di Roma fossero orientati in altra direzione.
Che dire, confido che il buon senso prevalga e che tale delibera possa essere oggetto di immediata revisione.
Con l’affetto di sempre per tutte le Colleghe e i Colleghi.
Paolo Nesta
Roma 4.04.2017 Presidente di Alleanza Forense per la Giustizia - AFG