L'IMPEGNO DELL'AVVOCATO E IL DIRITTO AL COMPENSO

a cura di Paolo Nesta

Spesso l'attività svolta dall'Avvocato non ha il giusto riconoscimento e non si tiene conto dell'impegno profuso dal professionista e del tempo dedicato per lo studio della pratica.

Quante volte è capitato che il cliente, dopo aver chiesto all'Avvocato il parere su una determinata questione che implica anche l'esame di documentazione, pronunci la fatidica frase " per ora grazie...", senza minimamente accennare al pagamento del compenso.

Recentemente la Corte di Cassazione, con provvedimento del 27.10.2014 n. 22737, ha riconosciuto il diritto dell'Avvocato al pagamento del compenso a lui spettante secondo la Tariffa Professionale vigente anche in assenza di un incarico formalmente conferito, nell'ipotesi in cui egli abbia impegnato il proprio tempo, utilizzando le competenze professionali per soddisfare la richiesta del cliente.

Ovviamente l'Avvocato, per poter fondatamente pretendere il pagamento del compenso, deve fornire la prova di avere esaminato documentazione fornitagli dal cliente ai fini dell'emissione del parere e nella prospettiva di un futuro mandato professionale, così da escludere l'ipotesi del mero colloquio informativo, dal quale, come noto, non discende il diritto dell'Avvocato al compenso.