Riconosciuto il danno da mobbing,
ed il relativo risarcimento, ad un lavoratore licenziato
dopo aver subito per più di un anno condotte
discriminatorie da parte del proprio datore di lavoro.
La dipendente, responsabile del servizio fiscale di un
sindacato, aveva lamentato che a partire dalla primavera
del 2004 sino all’estinzione del rapporto “per motivi
disciplinari”, avvenuta nel luglio dell’anno seguente,
aveva subito sia da parte dei superiori che dei colleghi
“comportamenti volta ad isolarla ed estrometterla
dall’ambiente di lavoro”.
Per il tribunale di Bologna,
sentenza n. 1068/2011, integrano effettivamente
comportamenti vessatori e, dunque, violazione
dell’articolo 2087 del codice civile, la decisione di
modificare la password del computer della lavoratrice
bloccandone l’utilizzo, la disattivazione del cellulare
e il cambio della serratura del suo ufficio. Non solo,
secondo la ricostruzione fatta propria dal giudice, i
vertici aziendali avrebbero anche impartito ai propri
dipendenti specifiche direttive con cui chiedevano di
disattendere sistematicamente le indicazioni della
ricorrente.
Non hanno, invece, convinto il
tribunale le tesi della difesa secondo cui il cambio
delle password sarebbe stato effettuato esclusivamente
per ragioni di sicurezza e su tutti computer, mentre la
disattivazione dell’utenza telefonica era dovuta ad una
bolletta molto alta e la mancata comunicazione alla
irreperibilità della dipendente, in ultimo
l’estromissione dalla carica di amministratore delegato
sarebbe avvenuta su sua stessa richiesta.
Riconosciuta, dunque, in accordo
con le valutazioni della Ctu, una menomazione permanente
dell’integrità psicofisica dell’8% che, quantificata
secondo le tabelle milanesi, è stata liquidata in 13.670
euro; mentre 840 euro sono dovuti per l’inabilità
temporanea assoluta con riguardo ai sette giorni
trascorsi in ospedale e altri 1.800 euro per l’inabilità
temporanea parziale al 50% nel periodo di assenze per
malattia. Infine, è scattata la condanna al pagamento di
ulteriori 7.745 euro per il danno emergente dovuto alle
cure mediche.
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