Avv. Paolo Nesta


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“Debiti dell’iscritto nei confronti della Cassa di Previdenza Forense.

Attenti alle conseguenze sulla pensione !”

 

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a cura di Paolo Nesta

 

Verosimilmente in conseguenza della grave crisi economica, che stiamo vivendo e che incide notevolmente sulla nostra capacità reddituale, sono in aumento le posizioni di sofferenza degli iscritti nei confronti della Cassa di Previdenza per omesso pagamento, anche parziale, dei contributi dovuti.

 

Attualmente il debito ammonta complessivamente a milioni di euro e ciò va ad incidere sulla stabilità dell’intero sistema pensionistico.

 

L’aspetto importante, da sottolineare, però, al fine di evitare che al momento della pensione ci si trovi di fronte a sgradite sorprese è che, secondo quanto previsto dal vigente Regolamento, approvato con Decreto Ministeriale “gli anni di iscrizione alla cassa per i quali risulti accertata una omissione, anche parziale, nel pagamento di contributi che non possono più essere richiesti e versati per intervenuta prescrizione, sono considerati inefficaci sia ai fini del riconoscimento del diritto a pensione sia ai fini del calcolo della stessa”. 

 

In buona sostanza, anche se in riferimento a ciascun anno sussiste un debito di minima entità (magari soltanto 200-300 euro a fronte di migliaia di euro corrisposti), tale anno non viene calcolato né ai fini della maturazione degli anni necessari per la corresponsione della pensione, né per il calcolo della stessa, se non sono stati versati integralmente e nella misura dovuta i contributi.

 

Peraltro, al  momento della pensione non si può sanare la posizione debitoria, atteso che, decorso il termine prescrizionale di cinque anni, si decade da tale possibilità.

 

Attenzione, dunque!

 

Da ultimo preciso che il ritardato pagamento di quanto dovuto comporta l’applicazione di sanzioni pecuniarie, via via più pesanti avuto riguardo al ritardo nell’adempimento.

 

 

 

 

 

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