Avv. Paolo Nesta


Palazzo Giustizia  Roma


Palazzo Giustizia Milano

Sede di Roma: C.so Vittorio Emanuele II,  252   00186 – Roma
Tel. (+39) 06.6864694 – 06.6833101 Fax (+39) 06.6838993
Sede di Milano:  Via Pattari,  6   20122 - Milano 
Tel. (+39) 02.36556452 – 02.36556453  Fax (+ 39) 02.36556454 

 

QUELLE RICCHE FAMIGLIE ITALIANE *di Riccardo De Bonis

 

Home page

Note legali e privacy

Dove siamo

Profilo e attività

Avvocati dello Studio

Contatti

Cassa di Previdenza e deontologia forense

Notizie di cultura e di utilità varie

 

 

Le famiglie italiane hanno una ricchezza consistente e una diseguaglianza relativamente bassa rispetto ad altri paesi. È soprattutto la proprietà diffusa delle abitazioni che ci contraddistingue, con una ricchezza immobiliare pari a oltre cinque volte il reddito disponibile. Ma la ricchezza fotografa l'oggi ed è il frutto di decisioni del passato. La nostra posizione soddisfacente si indebolirà progressivamente se l'Italia non tornerà a far crescere il reddito.

Nonostante un grande debito pubblico e una scarsa crescita, le famiglie dispongono in Italia di molta ricchezza. Come è detenuta questa ricchezza? Come si è formata? Come ci confrontiamo con altri paesi?

LA RICCHEZZA AGGREGATA

In rapporto al reddito disponibile, le famiglie italiane hanno una ricchezza finanziaria netta – la differenza tra la ricchezza finanziaria lorda e i debiti - inferiore rispetto al Giappone, allineata a Stati Uniti e Regno Unito, superiore rispetto a Germania e Francia. (1)
Approfondiamo i perché di queste differenze. In primo luogo, la percentuale di coloro che investono in azioni - direttamente o attraverso fondi comuni e altri intermediari - è più alta nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Giappone, conducendo a una maggiore ricchezza finanziaria lorda (vedi tavola, prima colonna). In secondo luogo, gli investimenti in pensioni private sono più rilevanti negli Stati Uniti e nel Regno Unito che nell’area dell’euro, dove le pensioni pubbliche – non incluse nelle attività finanziarie – restano più importanti. In terzo luogo, i debiti delle famiglie italiane rimangono tra i più bassi fra i paesi industrializzati, mentre sono alti in Regno Unito, Stati Uniti e Giappone (seconda colonna della tavola). Vi ha contribuito un risparmio che è in Italia, nonostante la diminuzione degli ultimi venticinque anni, ancora elevato nel confronto internazionale. Le banche italiane sono state inoltre prudenti nell’offerta di prestiti alle famiglie, ad esempio nel fissare l’importo dei mutui rispetto ai valori degli immobili offerti in garanzia.

La ricchezza delle famiglie nel 2008
(valori in rapporto al reddito disponibile)

Paese

Attività finanziarie

Passività

Attività reali

Ricchezza netta

Usa

3,86

1,31

2,21

4,76

Giappone

4,84

1,27

3,41

6,97

Germania

2,85

0,98

4,30*

6,29*

Francia

2,86

1,00

5,66

7,52

Regno Unito

4,29

1,80

5,19

7,68

Italia

3,21

0,78

5,41

7,84

* dati riferiti al 2007

Le famiglie italiane detengono anche un’alta ricchezza immobiliare, pari a oltre cinque volte il reddito disponibile, in linea con i valori di Francia e Regno Unito (terza colonna della tavola). Consistenze più basse si osservano invece in Germania, Giappone e, soprattutto, negli Stati Uniti. Dato che i criteri di misurazione del valore delle case non sono omogenei, i confronti internazionali vanno considerati con cautela.
La ricchezza reale elevata degli italiani ha varie spiegazioni: l’arretratezza dei mercati finanziari in passato; l’inflazione degli anni Settanta e Ottanta; l’assenza delle riduzioni drammatiche dei prezzi degli immobili che spesso hanno contraddistinto Regno Unito e Stati Uniti; le imperfezioni del mercato degli affitti; la centralità della famiglia (si pensi al peso dei trasferimenti intergenerazionali delle case); la tassazione degli immobili, ridotta negli ultimi dieci anni (ma la comparazione con altri sistemi fiscali è complicata).
La ricchezza totale netta più alta (quarta colonna della tavola) si riscontra in Italia, Regno Unito e Francia. Segue il Giappone, mentre ricchezze totali più basse si ritrovano in Germania e Stati Uniti: la prima è penalizzata da consistenze contenute delle attività finanziarie, mentre nei secondi le attività reali delle famiglie sono basse e il loro debito è elevato.
Non abbiamo spiegazioni facili delle determinanti delle differenze nazionali. Nel lungo periodo c’è una correlazione tra risparmio e ricchezza, ma questo legame è debole negli ultimi quindici anni. Dalla metà degli anni Novanta sono state le bolle dei prezzi di azioni e case, e il loro sgonfiamento, a determinare la parte preponderante delle oscillazioni della ricchezza. In alcuni paesi l’aumento della ricchezza totale ha anche avuto un effetto negativo sul risparmio, invertendo il normale nesso di causalità tra le due variabili. Potrebbe infine anche esservi una correlazione tra ricchezza delle famiglie e dimensione dell’economia sommersa. Si pensi agli estremi dell’Italia, da un lato, e degli Stati Uniti, dall’altro.

DISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA

Se si passa alla distribuzione della ricchezza, i confronti internazionali si fanno più difficili. Non esistono indagini armonizzate tra i paesi. Le fonti nazionali differiscono per la definizione degli strumenti, i criteri di valutazione dei prodotti finanziari e la qualità dei disegni campionari. L’Eurosistema sta cercando di colmare queste lacune con la nuova Household Finance and Consumption Survey, i cui primi dati appariranno a metà 2012.
Sulla base delle indagini oggi disponibili sui bilanci familiari, il rapporto tra ricchezza e reddito disponibile è più basso rispetto a quello che si ottiene dai dati macroeconomici, a causa soprattutto dell’undereporting di attività finanziarie. Comunque, anche i dati microeconomici confermano che le famiglie italiane hanno un ricchezza tra le più rilevanti, in rapporto al reddito disponibile o in termini pro-capite. (2)
Utilizzando la quota di ricchezza detenuta dal 10 per cento per cento delle famiglie più ricche o l’indice di Gini, la ricchezza è più concentrata in Stati Uniti, Germania e, in minor misura nel Regno Unito, rispetto a Italia e Francia. (3) L’undereporting delle famiglie più ricche in alcune indagini può distorcere il confronto con le misure di disuguaglianza di altri paesi, dove si effettua un sovracampionamento dei più ricchi.
La proprietà diffusa delle abitazioni può spiegare la disuguaglianza relativamente bassa dell’Italia. (4) In Italia vive in una casa di proprietà circa l’80 per cento delle famiglie, una percentuale molto alta. La percentuale è maggiore di quella di paesi, quali Regno Unito e Francia, dove le case contano per le famiglie per valori simili a quelli italiani. La Germania, dove la percentuale di famiglie che vive in case di proprietà è inferiore al 50 per cento, ha in effetti una distribuzione della ricchezza più sperequata dell’Italia.
In conclusione, le famiglie italiane hanno una ricchezza consistente nel confronto internazionale e una diseguaglianza relativamente bassa. Ma la ricchezza fotografa l’oggi ed è il frutto di decisioni del passato. La nostra posizione soddisfacente si indebolirà progressivamente se il paese non tornerà a far crescere il reddito.


* Banca d’Italia. Le opinioni presentate sono personali e non impegnano la responsabilità dell’Istituto.


(1) Cfr. L. Bartiloro, M. Coletta, R. De Bonis e A. Mercatanti, Household Wealth in a Cross-Country Perspective, in R. De Bonis e A. Pozzolo (2011) “The financial systems of industrialised countries.
Evidence from the financial accounts”, Springer, in corso di stampa; Banca d’Italia (2010), La ricchezza delle famiglie italiane 2009, Supplementi al Bollettino Statistico, dicembre.
(2) A. Brandolini, S. Magri e T. M. Smeeding (2010), Asset-Based Measurement of Poverty, Temi di discussione Banca d’Italia, n. 755. Sui dati micro si veda il progetto Luxembourg Wealth Study (www.lisproject.org).
(3) Vedi anche Credit Suisse (2010), Global Wealth Report, ottobre.
(4) Si veda E. Giovannini e A. de Panizza (2011), Risparmio e ricchezza delle famiglie italiane. Tendenze, allocazione, prospettive, lavoro presentato al seminario “Il risparmio degli italiani: sviluppo economico e tutela del risparmiatore”, Roma, 20 gennaio.

 

 

 

Legislazione e normativa nazionale

Dottrina e sentenze

Consiglio Ordine Roma: informazioni

Rassegna stampa del giorno

Articoli, comunicati e notizie

Interventi, pareri e commenti degli Avvocati

Formulario di atti e modulistica

Informazioni di contenuto legale

Utilità per attività legale

Links a siti avvocatura e siti giuridici