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Controlli fiscali, gli indirizzi operativi per il 2011-Affinare l'analisi del rischio per verifiche a colpo sicuro-(Circolare Agenzia delle Entrate 18/05/2011, n. 21/E)-Ipsoa.it

 

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Con la circolare n. 21/E di ieri l'Agenzia delle Entrate ha fornito agli uffici locali le indicazioni per la prevenzione e il contrasto dell’evasione fiscale per l’anno 2011. Quest’anno si vuole assicurare la continuità, nell’ottica del principio di proficuità dell’azione amministrativa, della lotta al contrasto dell’evasione che, nel 2010, ha dato ottimi risultati. Pertanto, obiettivo strategico per il 2011 è il mantenimento dello stesso livello quantitativo e qualitativo del 2010, compatibilmente con la diminuzione delle risorse destinabili all’area prevenzione e contrasto dell’evasione.

In tale ottica, però, viene rimodulata la distribuzione degli interventi tra le varie macro-tipologie di contribuenti e linee di attività, al fine di ottenere risultati più efficaci e maggiormente incisivi.

E qui entra in gioco anche il “fattore umano”. Infatti, nel 2011 è entrata ormai a regime la riorganizzazione dell’Agenzia varata nel 2009 e, con essa, la gestione delle attività di controllo a livello provinciale e regionale (per i grandi contribuenti). Tale attività, sotto la diretta responsabilità dei Direttori provinciali e Regionali, deve garantire sempre meglio il presidio dei rischi di evasione specifici di ciascuna macro-tipologia di contribuenti, mediante una pianificazione dei controlli idonea ad intercettare le posizioni a maggior rischio.

In particolare, l’Agenzia delle Entrate, rinnovando le raccomandazioni già contenute nella circolare n. 20/E dello scorso anno (i cui “insegnamenti”, insieme a quelli contenuti nella circolare n. 13/E del 2009, sono ancora validi), ricorda che i Direttori provinciali, oltre a sviluppare una conoscenza approfondita della realtà provinciale in cui operano, devono consolidare ulteriormente i rapporti cooperativi tra i responsabili degli Uffici Controllo e Territoriali, in cui sono articolate le Direzioni, nell’ambito di una visione strategica unitaria delle varie attività con le quali si realizza la complessiva azione svolta dalle Direzioni provinciali stesse.

Entrando più nello specifico, gli interventi degli uffici dell’Agenzia dovranno concentrarsi nel 2011 soprattutto:
•sulle attività di controllo fiscale destinate, in modo specifico, alle diverse macro-tipologie di contribuenti e che quindi integrano nel loro complesso la peculiare strategia da adottare per ridurre i rischi di evasione/elusione che caratterizzano ciascuna delle dette macro-tipologie (c.d. “attività specifiche”);
•sulle attività che per loro natura non possono specificamente riferirsi alle suddette macro-tipologie di contribuenti, ma le riguardano tutte “trasversalmente”, in modo più o meno marcato (c.d. “attività trasversali”).

Attività specifiche

Le attività specifiche riguarderanno:

- i grandi contribuenti: con riferimento alla selezione dei contribuenti da sottoporre ad attività istruttorie esterne, l’azione di controllo, come di consueto, è orientata sulle posizioni per le quali siano stati riscontrati rischi di evasione/elusione di particolare rilevanza.

Inoltre, dal “magazzino” complessivo degli elementi informativi vanno individuate alcune posizioni da trattare con priorità in base ai seguenti, consolidati criteri:
•posizioni riguardanti periodi di imposta per i quali il potere di accertamento decade alla data del 31 dicembre 2011;
•elementi che necessitano di ulteriore attività istruttoria (ad esempio, le segnalazioni ex art. 37-bis, D.P.R. n. 600 del 1973 o relative alla deducibilità di costi connessi ad operazioni con soggetti residenti in Paesi black list);
•situazioni che evidenziano rischi connessi con la tutela del credito erariale (erogazione di rimborsi, decadenza di polizze fideiussorie, situazioni debitorie di particolare rilevanza, etc.);- le imprese di medie dimensioni: per esse sono previsti specifici piani di intervento, elaborati sulla base di analisi di rischio a livello locale, che riguardino almeno 1/5 delle imprese di medie dimensioni. Per l’Agenzia, la persistenza di un diffuso sottodimensionamento delle basi imponibili, che si traduce in una bassa redditività, impone, anche per quest’anno, l’intensificazione ed il miglioramento dell’attività di controllo, da perseguire sfruttando al massimo le sinergie derivanti dal nuovo modello organizzativo di cui si è detto in precedenza.3

Per i controlli, oltre ad una particolare attenzione al corretto adempimento degli obblighi IVA, vanno individuate le posizioni a rischio, graduate in funzione del risk score attribuito, e, in caso di elementi di rischio equivalenti, vanno privilegiati nella selezione le situazioni in cui c’è assenza di controlli negli ultimi 4 anni e presenza di perditesistemiche”, così come definite dall’art. 24, comma 1, D.L. n. 78 del 2010;

- le imprese di minori dimensioni e i lavoratori autonomi: facendo seguito alla nota n. 2011/16980 del 14 febbraio 2011, un’attenzione particolare è posta sui soggetti:
•che hanno presentato il modello studi di settore e sono risultati non congrui o congrui e “appiattiti” alle risultanze degli studi di settore nonché sui soggetti congrui a seguito di adeguamento significativo alle risultanze degli studi stessi;
•che, seppure rientranti nel campo di applicazione degli studi di settore, non hanno presentato il relativo modello; o che esercitano attività per le quali non risultano applicabili gli studi di settore;
•che hanno evidenziato una perdita per più periodi d’imposta consecutivi;- il settore no profit: a tale proposito, viene ricordato che l’attività di controllo volta ad intercettare i soggetti che abusano delle norme agevolative a valenza generale assume, anche nel 2011, una rilevanza strategica e da essa sono attesi risultati sempre più significativi, in termini sia di recupero dell’evasione pregressa, sia dissuasivi, determinando la fuoriuscita dei soggetti privi degli specifici requisiti previsti dai settori agevolati;

- le persone fisiche: per esse vengono confermati:
•il piano di controlliformali” delle dichiarazioni dei redditi, ex art. 36-ter, D.P.R. n. 600 del 1973, calibrato sui più rilevanti rischi di esposizione di deduzioni dal reddito complessivo e/o di crediti o detrazioni d’imposta non spettanti;
•il piano di accertamenti parziali c.d. automatizzati, in materia di imposte sui redditi, ad alta potenzialità di recupero della micro-evasione;
•il piano straordinario di controlli finalizzati alla determinazione sintetica del reddito delle persone fisiche.

Attività trasversali

Le c.d. attività trasversali riguardano:
•l’attività in materia di antifrode: su tale piano, la priorità è il contrasto dei fenomeni di frode in materia di IVA sia in ambito europeo che nazionale;
•l’attività di contrasto all’evasione internazionale e a proiezione internazionale: particolare attenzione è posta all’illecito trasferimento e/o detenzione all’estero da parte di contribuenti nazionali di attività produttive di reddito, al fittizio trasferimento all’estero della residenza fiscale a fini di evasione e alla interposizione fittizia o della estero-vestizione da parte di contribuenti italiani di entità, prevalentemente allocate in paradisi fiscali (trust, società anonime, fondi d’investimento e così via), finalizzata alla sottrazione a tassazione dei redditi prodotti in Italia e all’estero;
•le attività relative ad altri tributi indiretti diversi dall’IVA: il presidio degli adempimenti in materia di imposte di registro, ipotecaria e catastale e dell'imposta sulle successioni e donazioni è garantito, secondo le linee direttive tracciate nella circolare n. 20 del 2010, mediante l’attività di controllo “formale” degli atti e delle dichiarazioni nonché dalle attività di accertamento da indirizzare sulle posizioni a specifico rischio di evasione;
•attività in materia di riscossione: in tal caso la fanno da padrona le nuove regole introdotte dal D.L. n. 78/2010 e, in particolare, la nuova esecutività degli avvisi di accertamento di cui all’articolo 29 dello stesso decreto.

A cura della Redazione

 

 

 

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