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LA GRECIA PRIVATIZZA. MA È LA CURA GIUSTA?di Paolo Manasse –La Voce.info

 

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La Grecia annuncia un importante piano di privatizzazioni. Tra l'altro, passerebbero ai privati i porti, compreso quello del Pireo. Il debito del paese dovrebbe così ridursi di circa il 17 per cento. Ma per quanto meritevoli di per sé, riusciranno le privatizzazioni a risolvere il problema della solvibilità della Grecia? Per raggiungere questo risultato, dovrebbero rendere gli enti privatizzati molto più profittevoli rispetto alla gestione pubblica. Ipotesi nella quale i mercati non sembrano credere, almeno per ora.

 

Il ministro delle Finanze greco Papacostantinou ha annunciato lunedì un piano la creazione di un fondo sovrano, una sorta di Treuhandanstalt, che realizzi l’ambizioso programma di privatizzazioni concordato con l’Unione Europea e il Fondo Monetario. (1)

Il piano prevede di incassare circa 50 miliardi entro il 2015: 15 dei quali entro il 2013, ottenuti con la concessione ai privati della gestione del porto del Pireo e la costruzione di un lussuoso complesso turistico sulla costa ateniese, e i restanti 35 con concessioni di aeroporti, incluso quello di Atene, porti, la vendita del pacchetto (30 per cento) della compagnia telefonica Ote, la privatizzazione di public utilities, complessi per il turismo, la parziale privatizzazione della Banca Agricola della Grecia (fonte: Ft)

L’Unione Europea, ha già approvato un’estensione di tre anni (fino al 2021) del prestito Efsf (European Financial Stability Facility) e Fmi, e anche una riduzione di un punto del tasso di interesse (fonte Ft). In cambio delle privatizzazioni, la Grecia otterrebbe la possibilità di vendere i propri titoli di stato allo stesso Efsf nel caso, molto probabile, non riuscisse a collocarli sui mercati finanziari nel 2012. Si tratta di un programma ambizioso, che permetterebbe di ridurre il debito della Grecia, circa 300 miliardi, di circa il 17 per cento. Per questo Olanda e Germania paiono inflessibili nel richiedere le privatizzazioni. Per quanto meritevoli di per sé, queste privatizzazioni risolveranno il problema della solvibilità/illiquidità della Grecia? Per farlo, dovrebbero rendere le entità privatizzate molto più profittevoli rispetto alla gestione pubblica, ipotesi nella quale i mercati non sembrano, almeno per ora, credere.

 

FACCIAMO I CONTI

 

Consideriamo un semplice esempio numerico. Supponiamo che la Grecia debba rimborsare, inclusi gli interessi, un debito di €100 disponendo di due fonti di entrate: la prima è il turismo, che supponiamo certa, e che dà €74; la seconda, che supponiamo incerta, deriva della privatizzazione dei porti delle isole. Questa fonte genera entrate elevate, €30, un terzo delle volte, ed entrate basse, €15, due terzi delle volte. Il mercato dunque valuta che il governo ricavi dai porti in media €20 (= 1/3 x 30 + 2/3 x 15), che sommate alle entrate turistiche, €74, fanno €94 di risorse in totale, insufficienti a ripagare il debito di €100. Dunque, il mercato si aspetta che la Grecia non sia solvibile e i creditori non sono disposti a farle nuovi prestiti. In quest’esempio il debito greco è scambiato a 94 centesimi per euro.

 

LA PRIVATIZZAZIONE RIDUCE IL DEBITO E LE ENTRATE

 

Supponiamo ora che il governo privatizzi i porti. Se gli operatori privati hanno la stessa efficienza del settore pubblico, la privatizzazione fa incassare al governo €20. Poiché il debito continua a essere scambiato a 94 centesimi, il governo può comprare €21.28 (=20/0.94) del proprio debito lasciandone in circolazione €78.72. (2) Ma poiché il governo rinuncia allo stesso tempo a €20 di entrate, la privatizzazione non rende solvibile la Grecia (che si trova con un debito inferiore, €78.72, ma a fronte delle sole entrate del turismo, €74).

Ovviamente, ridurre insieme i debiti e le entrate non risolve il problema, salvo che il valore di mercato delle attività privatizzate superi il valore attuale delleentrate che il governo riesce a ottenere da tali attività. Questo può avvenire - dopo tutto, non c'è motivo di sospettare che il governogreco sia particolarmente bravo a gestire i porti. Ma di quanto dovrebbe essere più alto il valore dei porti nelle mani dei privati per contribuire in modo sostanziale alla situazionedel debito della Grecia? Per garantire che la Grecia possa riottenere l'accesso ai mercati finanziari, il settore privato dovrebberealizzare un guadagnodi redditività moltoconsistente, pari nell’esempio ad almeno il 35 per cento. Si supponga chela gestione privata aumenti laprobabilità di buon esito a 4/5 (e riduca quella di un cattivo esito a 1/5), allora il governopotrebbe raccogliere dalla privatizzazione € 27 (= 30 x 4/5 + 15 x 1/ 5). Poiché il debito greco sarebbe ora scambiato alla pari, quest’operazione lascerebbe in circolazione solo 73 €di debito,che ilgoverno potrebbe ripagare con i soli proventi del turismo (€ 74).

L'esempio dimostra che le privatizzazioni, anche se condotte su larga scala (circa il 20 per cento del debito nel caso greco), potrebbero risolvere il problema di solvibilità solo se permettessero di ottenere un sostanziale aumento della redditivitàdelle impreseprivatizzate (pari al 35% = 27 / 24 -1). Questo è un numero elevato anche rispetto alle stime piùfavorevoli degli effetti positivi delle privatizzazioni presenti nella letteratura scientifica. (3) Inoltre, l'annuncio di un tale programma sarebbe immediatamente riflesso in un aumento del prezzodel debito sul mercato secondario, un fatto che purtroppo non abbiamo(ancora) osservato per la Grecia.

 

 

(1) Treuhandanstalt è l’agenzia che privatizzò le imprese della Germania Orientale dopo l’unificazione.

(2) Infatti il nuovo prezzo del debito, x, deve essere uguale al rapporto tra i pagamenti attesi e lo stock di debito rimanente: x = 74 /(100 – 20/x) che dà come soluzione x=0.94 (oltre a x=0 ).

(3) Si veda William L. Megginson and Jeffry M. Netter, “From State To Market: A Survey Of Empirical Studies On Privatization”,Journal of Economic Literature (June 2001).

 

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