Stampa

UN ' INTERVISTA OPPORTUNA PER INFORMARE

 

Oggi sono stato intervistato, nella mia qualità di componente il Comitato dei Delegati della Cassa Forense, da Iuslaw Web. Radio, in persona del Collega Andrea Pontecorvo.

E' stata una buona occasione per approfondire, nei limiti del tempo concesso, alcuni aspetti riguardanti la Cassa Forense e soprattutto per fare chiarezza in merito alla situazione attualmente esistente e per dare risposta alla legittima preoccupazione e incertezza dei Colleghi, spesso generata dalla disinformazione.

In primo luogo non va confusa l’attività previdenziale (erogazione delle pensioni) svolta dalla Cassa, con l’assistenza, che è un concetto assolutamente diverso. Innanzitutto va detto con ragionevole certezza che le nostre pensioni, per i prossimi 50 anni, sono al sicuro e quindi anche chi inizia oggi la professione non avrà problemi. Questa certezza è attestata dai bilanci e certificata da tutti gli organi di controllo.

Al riguardo va ricordato che la Cassa Forense, pur essendo stata privatizzata, è sottoposta al controllo assiduo e costante di ben tre Ministeri (Giustizia, Economia e Finanze e Welfare), proprio perché' persegue fini pubblici, costituzionalmente garantiti.

Per quanto riguarda le pensioni va chiarito che il sistema applicato dalla nostra Cassa è retributivo ma corretto con il contributivo. Il che vuol dire che per la determinazione della pensione si tiene conto del totale degli anni di contribuzione e di quanto complessivamente versato alla Cassa, ma anche che gli Avvocati , meno fortunati e , quindi, con versamenti nel corso degli anni soltanto dei minimi previsti, avranno diritto all'integrazione al minimo, purché' siano stati versati i contributi per 35 anni e i redditi complessivi dell'iscritto e del coniuge non legalmente ed effettivamente separato  non siano superiori al triplo della pensione sociale. L' integrazione al minimo, secondo quanto previsto dal Regolamento per le prestazioni previdenziali, recentemente approvato, è pari a euro 10160,00, preso come base l'anno 2008, con rivalutazione annuale in base agli indici Istat.

Assolutamente diversa, invece, è la disciplina dell’Assistenza, in quanto tutti i Colleghi, ricorrendone le condizioni, ne possono fruire. Con il nuovo Regolamento, approvato oltre un anno fa, trova attuazione la filosofia di fondo, perseguita negli ultimi due anni dal Presidente Nunzio Luciano e dal Comitato dei Delegati, di rafforzare i trattamenti assistenziali con prestazioni a sostegno della professione e con iniziative riservate ai giovani iscritti, così da ridurre gli effetti della crisi economica e professionale, mediante un mirato welfare attivo. Per i giovani iscritti sotto i 45 anni, tramite appositi bandi, sono previste agevolazioni per l'accesso al credito finalizzato all'avviamento dello studio professionale o per la costituzione di nuovi studi associati; organizzazione di corsi qualificanti; borse di studio per l'acquisizione del titolo di specialista, di cassazionista e per l'acquisizione di specifiche competenze professionali.

Certo resta il problema, e non è di poco conto, dell'art. 21, comma 8, della legge n. 247/ 2012 (Legge Professionale) che impone la contestuale iscrizione alla Cassa di chi si iscrive all' Albo Professionale, a prescindere dal reddito annualmente percepito. La Cassa, ovviamente, si è dovuta adeguare alla legge dello Stato, peraltro prevedendo agevolazioni, per i primi 8 anni, nei confronti dei professionisti con redditi ai fini Irpef inferiori alla soglia di euro 10300,00.

Nonostante ciò, però, resta forte il disagio di chi, specialmente nei primi anni, può non fruire di un reddito sufficiente per far fronte, comunque, a tale obbligo di pagamento. Il problema deve essere adeguatamente affrontato in primis in sede legislativa e comunque anche la Cassa, compatibilmente con l'indispensabile equilibrio dei conti, potrà valutare, nell’ambito dei suoi poteri, una diversa modulazione dei pagamenti sotto il profilo temporale, magari differendo, dal quarto anno in poi, a richiesta dell’interessato e con le opportune rateizzazioni, i pagamenti dovuti per i primi tre anni.

Così si darebbe un aiuto concreto a chi è in difficoltà nei primi anni di professione e un segnale di attenzione per i Colleghi meno fortunati, attualmente veramente tanti, e si contribuirebbe a rinvigorire il senso di appartenenza e di unione alle istituzioni apicali, attualmente ridotto in modo significativo.

VOLTIAMO PAGINA

PAOLO NESTA