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TITOLARI DI PARTITE IVA AL COLLASSO

Come e'noto, stiamo vivendo in un momento di grave crisi economica, che coinvolge tutti.
Ai giovani , e specialmente a coloro che intendono svolgere un'autonoma attivita' professionale, e'preclusa la possibilita' di inserirsi adeguatamente nel proprio contesto lavorativo.

Si afferma, a parole, che i giovani devono essere aiutati, ma ,poi, di fatto non vengono adottati provvedimenti concreti, finalizzati a conseguire il proclamato obiettivo, ma, anzi, spesso sono adottate misure , che appaiono orientate in senso diametralmente opposto.
Intendo riferirmi, in particolare, all'aumento dell'aliquota previdenziale della gestione separata Inps al 30,72% e all'abnorme aumento del 300% per il regime dei minimi delle partite iva.

C'e' da chiedersi per quale recondita ragione, anche in un momento cosi difficile, si continua ad infierire nei confronti dei titolari delle partite Iva, che, va ricordato, non sono a carico dello Stato,come i dipendenti pubblici, ma si mantengono da soli e contribuiscono, anche in misura considerevole, nell'incrementare il Pil italiano.

Perche' ai giovani professionisti non vengono assicurate le tutele che meritano e riconosciuto loro il fondamentale ruolo, svolto nell'economia italiana?
Non pensano i nostri governanti che il rilancio dell'economia parte proprio dai giovani professionisti, titolari di partite Iva, dai piccoli imprenditori, che da sempre hanno costituito la spina dorsale dell'economia italiana?
Io credo che i nostri governanti abbiano ben chiara la situazione e che , a prescindere dall'appartenenza politica, negli ultimi anni abbiano sempre mirato ad ottenere il consenso elettorale dalle masse per gestire il potere ( e i liberi professionisti rappresentano una minoranza), avallando demagogicamente la tesi che i soggetti da tutelare sono esclusivamente i lavoratori dipendenti , mentre i liberi professionisti, molto spesso associati al concetto di evasione fiscale, sono una categoria di privilegiati e, come tale, non meritevole di tutela.

Ma noi sappiamo che le cose non stanno cosi, che i tempi sono cambiati e che il concetto di " poverta"e' ascrivibile ,sempre piu' spesso, ad un numero crescente di liberi professionisti, che, pero',a differenza di altri, vivono con dignita'e in solitudine tale condizione.

Si prenda atto di tutto questo e finalmente si intraprenda un'inversione di marcia, nella giusta direzione della tutela e dell'effettivo riconoscimento del ruolo e del posto, che spetta nella societa'ai
liberi professionisti e, in particolare, ai giovani.

Paolo Nesta