NON SOLO PROTESTE MA AZIONI EFFICACI

Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, nei giorni scorsi, ha riunito i rappresentanti delle Associazioni ( non tutte per la verità) in vista della prossima manifestazione, indetta a Roma dall’OUA in occasione dei tre giorni di astensione dalle udienze proclamati dal suindicato organismo.

E’ da tempo che andiamo denunciando la gravissima situazione nella quale versano gli Avvocati e la giustizia in generale. Quindi, le forme di protesta contro tale stato di cose non possono che essere condivise.  Ma il problema è un altro.

A cosa servono forme di protesta, appunto l’astensione dalle udienze  con relativo corteo nel quale saranno in prima fila i soliti noti, visto che analoghe manifestazioni, nel corso degli anni, si sono rivelate fallimentari e, comunque, non concludenti, come dimostrato dal sempre più accentuato degrado della situazione ?

A cosa serve arrecare pregiudizio ai nostri Assistiti, i quali, purtroppo, già afflitti dalla lentezza e dai costi della giustizia, non vedrebbero certamente di buon occhio un ulteriore ritardo nella tutela dei loro diritti ?

E’ necessario, invece, trovare forme di protesta che siano più efficaci e non invise ai cittadini.

Ecco la proposta. I componenti dei Consigli degli Ordini territoriali, che peraltro attualmente sono in regime di proroga fino al 31.12.2014, dovrebbero rassegnare immediatamente le dimissioni, così da lanciare un segnale, esso si apprezzabile e concreto, che gli Avvocati italiani non tollerano più l’esistente stato di cose e che soprattutto chi ricopre cariche istituzionali non intende davvero prestare acquiescenza e assistere passivamente al degrado della Giustizia e alla estinzione della professione di Avvocato, intesa come espressione di autonomia ( anche economica), di libertà e di tutela dei diritti della collettività.

Ciò consentirebbe di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica nazionale, tenuto conto delle rilevanti conseguenze derivanti da tale azione e consentirebbe di avanzare le nostre legittime e sacrosante istanze da una posizione “contrattuale” di forza e con l’autorevolezza del caso.

Se il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, in persona del suo Presidente, si rendesse promotore e attuasse concretamente tale azione, anche in forma autonoma, saremmo di fronte ad un auspicabile cambio di rotta, che rivelerebbe un’ effettiva attenzione all’interesse generale.

Voltiamo pagina, voltiamo pagina…

 

Il presidente                               Il Segretario

Paolo Nesta                                Alessandro Graziani