Vespa incolpa gli avvocati per la pronuncia sulla incostituzionalità della mediazione

"Ma possiamo andare avanti così, con le lobby? E gli avvocati...": questa è stata una delle frasi di Bruno Vespa emessa nel corso della trasmissione Porta a Porta a seguito della dichiarazione di incostituzionalità delle norme sulla mediazione da parte della Corte Costituzionale.

Innanzitutto, preme sottolineare un paio di aspetti totalmente tralasciati dal Sig. Vespa. Intanto tale questione, a ben vedere, riguardava solo marginalmente il mondo dell'avvocatura, in quanto, dati alla mano, da quando è stato introdotto l'istituto, solo il 14% delle mediazioni, in tutta Italia, sono andate a buon fine per cui non si potrebbe comunque affermare che sia stata una sentenza fortemente favorevole agli avvocati, poiché essi non risultavano in ogni caso particolarmente toccati dal nuovo istituto; semmai la soppressione andrà a favore dei cittadini che comunque, a prescindere dal buon esito o meno della mediazione, hanno e avrebbero sopportato un costo ulteriore – neanche contenuto –per vedere forse riconosciuti i propri diritti. In secondo luogo, l'istituto non è stato eliminato dall'ordinamento per qualche ragione sostanziale, bensì per il solito pasticcio commesso del Governo, che ha legiferato eccedendo i limiti fissati dal Parlamento, nella parte in cui ne disponeva l'obbligatorietà.

Ebbene, restando quasi senza parole per fornire qualsiasi commento ad una simile dichiarazione, totalmente priva di fondamento nella realtà, che invece sotto gli occhi di tutti si palesa in modo del tutto antitetico rispetto a quanto dichiarato da Vespa – e non sarebbe la prima volta –, tutta una serie di domande assalgono la mente. Nella storia della Costituzione quante volte la Corte Costituzionale o la Magistratura in generale hanno emesso dichiarazioni o sentenze in favore del mondo dell'avvocatura? Quale avvocato ha mai ricevuto un compenso (rectius onorario) sulla base della durata del processo piuttosto che per la natura del procedimento? Da quando in qua spetta agli avvocati e non ai giudici fissare le date delle udienze, in modo così da decidere di protrarre un procedimento per anni e anni? Non sapevo che oltretutto gli stessi avvocati procedessero ora a redigere le sentenze, cosa che avviene normalmente in quasi un anno dall'ultima udienza... Forse il Sig. Vespa non ha un diretto contatto con il mondo reale, considerato anche che la sua Signora, di professione magistrato, ha goduto per anni di esonero stipendiato dal lavoro (specifichiamo, stipendiato dagli italiani, in quanto lavoro pubblico) e ora è "per merito" divenuta membro dell'Autorità Garante della Privacy".

Già solo questi interrogativi sono assolutamente chiarificatori sulle assurde insinuazioni di Vespa (e non solo di costui...), che tacciano l'avvocatura di essere una casta intoccabile ed inattaccabile, quando per la verità è l'unica categoria professionale pressoché priva di una tutela sindacale organica e strutturata. Fortunatamente, tuttavia, sono i cittadini e non Vespa ad avere diretto contatto con l'avvocato, con le problematiche relative al suo lavoro, in quanto ostacolato dalla lunghezza dei tempi dell'organo giudicante, con i problemi relativi all'attuale momento storico, in cui sono gli avvocati ad aver visto ridotto il proprio compenso – peraltro liquidato nella pressoché totalità dei casi solo alla fine del giudizio, a fronte di un solo minimo fondo spese iniziale, per cui il Sig. Vespa dovrebbe spiegarci perché sarebbe l'avvocato a voler protrarre un giudizio oltre ogni ragionevole durata – e non i Magistrati o altri membri dell'apparato giudiziario. Però gli avvocati sono una lobby protetta... ma una lobby senza neanche un circolo sportivo!!!