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NON VOGLIAMO FARE LA STESSA FINE

Nella mattinata di ieri, un tranquillo sabato estivo, avendo necessità di acquistare un elettrodomestico, mi sono recato in uno dei negozi più conosciuti del settore, che negli ultimi decenni è stato un punto di riferimento per gli abitanti di Roma, avendo saputo coniugare la qualità dei prodotti venduti con il buon prezzo praticato. Grande è stata la mia sorpresa, non appena sono arrivato, nel leggere sulla vetrina del negozio, a caratteri cubitali " Vendita Fallimentare “, sconto del 50%.

Nell'immediatezza ho pensato che fosse il solito "escamotage “, nella stagione dei saldi, per vendere in maggior quantità i prodotti giacenti in magazzino, e invece mi sono dovuto subito ricredere.

Infatti, dopo aver individuato il prodotto che mi interessava, ho chiesto chiarimenti ad uno dei preposti alla vendita, ed egli mi ha confermato l'esistenza della procedura fallimentare. Grande preoccupazione traspariva dalle sue parole, " E pensare che sedici anni fa quando ho iniziato a lavorare qui ero felicissimo perché' pensavo di essermi assicurato il futuro, e invece…ma il titolare non ce la faceva più è stato stritolato dalla concorrenza dei grandi gruppi e dai centri commerciali...", cosi commentava l'addetto alla vendita.

Dopo essermi allontanato dal negozio, il mio pensiero è andato immediatamente alla situazione, che attualmente stanno vivendo gli Avvocati, in particolare i più giovani, ma non solo.
Pensavo a chi dopo otto- nove anni di studio intenso, riesce finalmente a coronare il sogno di diventare Avvocato, ma non ha sbocchi professionali che gli consentano di mettere a frutto la qualificazione acquisita. Pensavo ai Colleghi di mezza età che all'improvviso si ritrovano a non avere quasi più lavoro, dopo aver svolto dignitosamente negli anni precedenti la professione.

Pensavo alla condizione attuale degli Avvocati caratterizzata da uno stato di difficoltà economica, derivante dalla mancanza di lavoro sufficiente e al senso di frustrazione derivante dal fatto che tale decadimento, che appare inarrestabile, si sta sempre più accentuando, nell' indifferenza generale e nell' incapacità dei nostri organi rappresentativi, nazionali e territoriali, di saper trovare le giuste strategie per porre un argine alla costante deriva.

E' concretamente a rischio di estinzione la figura dell’Avvocato " artigiano “, nel senso più nobile del termine, titolare di studio professionale che, per decenni ha rappresentato la spina dorsale dell’Avvocatura italiana, consentendo a decine di migliaia di Avvocati di avviarsi alla professione.

E' sempre più incombente quello che io ritengo un pericolo, ossia la creazione di grosse strutture, magari legate ai poteri forti, che andranno a monopolizzare la nostra attività professionale, con una folta schiera di Avvocati, inevitabilmente sottomessi ai loro voleri, i quali avranno uno " status”, di fatto di dipendenti, peraltro senza averne le stesse tutele. Il tutto a scapito dell’autonomia e della libertà, che costituiscono l'essenza della professione forense.

Ecco, non vogliamo anche noi diventare prossimamente merce di " vendita fallimentare “, non vogliamo fare la stessa fine degli operatori commerciali, annientati dai poteri forti.

Non è più il tempo delle inconcludenti e sterili politiche autoreferenziali e prive di contenuto.
E ' necessario, anzi indispensabile, avere una strategia lungimirante, portata avanti con passione e dedizione, da persone, che abbiano l’autorevolezza e la chiarezza d' idee, indispensabili per poterla attuare.

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PAOLO NESTA