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RAPPORTO MEDICO – PAZIENTE: L'INFORMAZIONE QUALE CONTENUTO TIPICO DELLA PRESTAZIONE MEDICA a cura di Paolo Nesta

Martedì 4 novembre si è tenuta un'interessante conferenza a Roma- Palazzo dell'informazione- organizzata dal Prof. Claudio Giorlandino ( Segretario Generale SIDIP - Italian College of Fetal Maternal Medicine) sul tema della Diagnosi Prenatale.

Alla conferenza stampa che ha visto la presenza di primarie testate giornalistiche, hanno partecipato, oltre al Prof Claudio Giorlandino, illustri clinici: il Prof. Paolo Scollo, Presidente della Società Italiana Ginecologia e Ostetricia, il dott. Alvaro Mesoraca, il dott. Pietro Cignini, unitamente all'avv. Paolo Nesta e al Prof. Giuseppe Fotino, titolare della cattedra di Management dell' Università di Roma " La Sapienza".

I medici, nei loro interventi, si sono soffermati sulle problematiche della Diagnosi Prenatale con particolare riferimento alla scoperta del genoma fetale, al metodo diagnostico e alle applicazioni degli attuali software in epoca prenatale, nonché sulla sicurezza delle metodiche Villocentesi e Amniocentesi.

L'avv. Paolo Nesta ha preso in esame l'attuale orientamento della dottrina e della giurisprudenza nel rapporto medico (nella specie ginecologo) e paziente, soffermandosi in particolare, anche con specifici riferimenti giurisprudenziali, sul tema cruciale dell'informazione, quale contenuto tipico della prestazione medica e sul diritto soggettivo del paziente ad avere un 'informazione completa, chiara e precisa dal medico, il quale, tra l'altro, è tenuto a specificare i limiti e gli eventuali errori degli strumenti utilizzati per l'indagine.

Ciò al fine di garantire il diritto all'autodeterminazione della persona, garantito dall'art. 2 della Costituzione.

Il prof. Giuseppe Fotino, ha affrontato, invece, la tematica relativa al recente orientamento della Cassazione in merito alla legittimazione ad agire in giudizio per il risarcimento dei danni del nato con malformazioni nei confronti del medico, il quale sia incorso in errore diagnostico, così da non consentire alla madre di valutare l'opportunità o meno di interrompere la gravidanza.