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La Legge di Riforma del nostro Ordinamento Professionale ha previsto, tra le altre,l'incompatibilità tra la carica di Consigliere dell'Ordine e di Componente del Comitato dei Delegati della Cassa di Previdenza Forense.

Tale previsione legislativa è pienamente condivisibile, in quanto evita il concentrarsi di più cariche in una sola persona, consentendo ad un maggior numero di Colleghi di essere coinvolti nell'espletamento delle attività istituzionali. Conseguentemente, i Colleghi, elettori attivi,possono contribuire in modo decisivo all'elezione di quei candidati, che ritengono meritevoli della loro fiducia e soprattutto in grado di espletare adeguatamente il mandato a loro conferito.

Fatta questa premessa e con riferimento alle prossime elezioni per il rinnovo del Comitato dei Delegati della Cassa di Previdenza Forense, lascia quantomeno perplessi il fatto che una delle tre liste, che sono state presentate a Roma, riporti, ai primi tre posti, i nominativi di candidati che attualmente ricoprono le prime tre cariche istituzionali del Consiglio dell' Ordine degli Avvocati di Roma, due dei quali, appena poco tempo fa,hanno rinunciato a ricoprire la carica di Delegato della Cassa Forense per mantenere, invece, le cariche istituzionali ricoperte presso il Coa di Roma. Non è difficile prevedere che ad elezione conseguita, anche stavolta, sarà esercitata l'opzione per le cariche istituzionali ricoperte presso il Coa di Roma, con il risultato che al loro posto saranno chiamati a ricoprire la carica di Delegati coloro che seguono immediatamente nell'ambito della lista, alla quale appartengono i Colleghi in questione.

Qualcuno si chiederà il perché di tutto questo. La risposta è semplice: i tre Colleghi in questione potrebbero costituire un "traino" elettorale per l'intera lista e così consentire l'elezione di altri Colleghi, a loro riconducibili, pur stimati ma che hanno minore" appeal" elettorale, con l'effetto di mantenere una concentrazione di potere nell'ambito di un solo raggruppamento. Intendiamoci tutto ciò è consentito formalmente,però, in tal modo i Colleghi votano la lista nell' erronea convinzione di far eleggere determinati candidati, che , invece, con ragionevole certezza, non andranno mai a ricoprire la carica, per la quale hanno mostrato di proporsi, facendo subentrare al loro posto altri Colleghi della lista stessa.

Ma non sarebbe stato più conforme a criteri di trasparenza indicare per primi i nominativi dei Colleghi, che effettivamente andranno a ricoprire la carica di Delegato della Cassa di Previdenza Forense, così da consentire agli elettori ogni opportuna valutazione in merito alla fiducia eventualmente da esprimere in loro favore?

Deve essere rispettato, oppure no, lo spirito della legge di riforma professionale, finalizzato, anche mediante la tutela delle minoranze,ad evitare la concentrazione di cariche e di potere in un' unico gruppo?

Vedremo, a breve, come andrà a finire, ma la chiarezza e la trasparenza nei confronti dei Colleghi sono principi che, sempre e, comunque, debbono essere rispettati e salvaguardati.

Paolo Nesta