Scritto da Avv. Giancarlo Lima   
 Decisioni bulgare o democrazia compiuta?

In un'aula gremita e calda, non solo per le temperature finalmente estive, si è svolta giovedì scorso l'annuale Assemblea sul bilancio dell'Ordine degli Avvocati di Roma. La cronaca ci dice che prendevano la parola diversi Colleghi, tra i quali l'Avv. Arditi di Castelvetere, l'Avv. Bucci, che si distingueva per l'elogio sperticato del  Cons Tesoriere, l'Avv. Testa, il quale evidenziava alcuni modi di possibile risparmio, e soprattutto l'Avv. Nesta, Presidente della nostra Associazione il quale, previo deposito, illustrava con la consueta abilità – nei soli tre minuti concessi - le quattro mozioni che avevamo predisposto e già rese pubbliche nei giorni precedenti, chiedendo ovviamente che venissero discusse. Per chi non le conoscesse, tali mozioni riguardavano:

-       lo  stanziamento della somma di € 3.000.000,00, da parte del COA che ne ha la disponibilità,al fine di anticipare il pagamento del contributo minimo previdenziale in favore dei Colleghi in documentata difficoltà economica, ossia con un reddito inferiore a 18000,00 euro, e con previsione di restituzione della somma entro il termine massimo di 10 anni; 

-       rimborso del contributo annuale per le Colleghe che hanno percepito un reddito netto  inferiore a € 18.000,00 e che hanno partorito nell'anno 2013;

-       uniforme riduzione del contributo dovuto per l'iscrizione agli Albi e al Registro dei Praticanti , eliminando l'attuale sperequazione prevista dal Coa;

-       eliminazione del pagamento del contributo del 2% per l'emissione dei pareri di congruità.     

Dopo un altro paio di interventi, il Presidente, Avv. Vaglio, comunicava che gli interventi erano terminati e che dunque si passava alla votazione per il bilancio consuntivo. Mentre lo stupore causato dalla mancanza di discussione delle mozioni iniziava ad assalirci, il Presidente dei Revisori dei Conti del COA, un illustre e non più giovane avvocato, chiedeva di intervenire verosimilmente per illustrare la relazione del Collegio da lui presieduto, ma tale diritto gli veniva negato senza giustificazione e dunque nel caos ormai creatosi lo stesso veniva invitato ad accomodarsi e gli veniva impedito di parlare.

Ad ogni modo, in un'aula sempre più calda...., decidevamo per il bene dell'avvocatura romana di alzare anche noi, come degli anomali arbitri di calcio, il nostro cartellino verde per l'approvazione del bilancio consuntivo, certi che l'esame delle mozioni sarebbe avvenuto prima della votazione sul bilancio preventivo.

Tuttavia, a dispetto della nostra pur logica e forse ottimistica  previsione, il Presidente passava immediatamente a tale votazione.

Ebbene, tali prevaricazioni ingiustificate provocavano a quel punto la reazione furente di molti Colleghi, i quali, seppur in netta minoranza rispetto alle moltitudini convocate in massa dalla maggioranza consiliare, facevano sentire forte la loro voce e giocoforza si astenevano dalla votazione.

Ma a nulla valeva, e la temperatura seguitava a salire....

Dunque, malgrado la disapprovazione di parte della comunità forense presente all'assemblea per la condotta ostentata dal Presidente, lo stesso in cinque minuti o poco più procedeva alle votazioni del bilancio consuntivo prima e di quello preventivo poi, entrambi approvati con maggioranze "bulgare", senza ascoltare le proteste e senza discutere alcuna mozione, e chiudendo frettolosamente la riunione con un "arrivederci e grazie".

Ovviamente non vi è stata,né vi può essere , alcuna "acquiescenza", per tale modus agendi, dei Colleghi romani i quali, tuttavia hanno la colpa – come d'altronde accade per le nostre elezioni, di essersi ancora una volta disinteressati dei propri affari, considerato che la presenza può valutarsi nell'ordine del 2% degli iscritti...!!

Anzi, vero è che nel trambusto dell'assemblea generato da una "apparente" disorganizzazione della stessa, che sembrava aver smarrito le regole dettate dal diritto e dalla consuetudine, è stato ribadito il modus operandi inaugurato alla analoga assemblea dello scorso anno.

Quello che francamente proprio non comprendiamo è perché il nostro Presidente, che conosco e stimo da anni e che ho sempre reputato  persona mite e corretta , ancora una volta abbia osteggiato la libera circolazione delle idee e soprattutto abbia impedito all'assemblea di esprimersi in merito alle mozioni presentate.

Ma v'è di più.

Il nostro stupore diventa ancora maggiore se si riflette sul fatto che le mozioni predisposte da Alleanza Forense per la Giustizia ed illustrate dall'avv. Paolo Nesta erano (e sono) a favore delle Colleghe in difficoltà e dei giovani avvocati, i quali, oltre a dover affrontare i problemi connessi all'inizio dell'attività, oggi più che mai, alla luce della grave crisi economica in atto nel Paese, hanno bisogno di decisioni concrete che possano alleviare il loro disagio.

I giovani avvocati non sono "nemici" da impoverire. Il decoro della categoria alla quale anche essi appartengono è un elemento imprescindibile. La comunità forense dovrebbe tutelarli e favorire un adeguato e sostenibile esercizio della professione.

Il corpo unitario dell'avvocatura romana non può presentarsi frammentato da benefici discriminatori riconducibili a volte a fasce di età o di abilitazione professionale, nella totale dimenticanza del principio solidaristico.

Consapevoli del modesto reddito fruito dai giovani Colleghi ( molto spesso inferiore ad € 18.000,00 annui o anche molto meno), ci rendiamo conto della loro difficoltà di far fronte all'obbligo di pagamento dei contributi minimi previdenziali a favore della Cassa Forense ( il cui importo per gli over 35 anni è pari per il contributo soggettivo a € 2.700,00).  Stessa sensibilità va mostrata anche nei riguardi delle Colleghe in maternità che fruiscono di un reddito non adeguato e che obiettivamente subiscono un pregiudizio economico durante il periodo della maternità. E' fuori di ogni dubbio che siano meritevoli di tutela e che vadano aiutate con decisioni concrete. 

Lascio a Voi, cari lettori e cari associati di Alleanza Forense per la Giustizia, - al di là degli eventuali profili di illegittimità - trarre le conclusioni e fare le considerazioni in merito alla "calda" Assemblea di cui vi abbiamo raccontato.

Avv. GianCarlo Lima-Socio Fondatore AFG

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